
Tutti al Porto la conoscevano come 
    "Gigéna".
    Gigéna, corrispondeva all'identità, in lingua, di Luigia e, 
    più precisamente, di Maria Luigia Cecchi Giovagnoli: la nipote del 
    noto esploratore Antonio Cecchi.
    La domenica mattina, durante la passeggiata dopo "l'apparizione" 
    mai trascurabile, in Duomo per la messa di mezzogiorno, la consueta "passerella", 
    che dalla via Rossini, per la Piazza, dirigeva lungo il Corso, nella direzione 
    del Porto, che la Signora sembrava volesse concedere ai compaesani che non 
    avevano l'occasione "liturgica" di apprezzarne l'eleganza del portamento, 
    nell'eccentricità aristocratica dell'abito, peraltro sempre di gran 
    classe.
    Oggi, anche se sfumato dal tempo, permane il ricordo di quella figura gentile, 
    lo sguardo dietro la consueta "veletta", di una Signora mai altezzosa, 
    pur nel suo atteggiamento aristocratico - frutto della consapevolezza di una 
    "diversità" - stemperato da una disponibilità sorridente 
    e garbatamente ammiccante, sempre graziosamente disponibile ad ogni cenno 
    di apprezzamento.